"La
storia che ti voglio raccontare a proposito degli esseri tricelebrali
di laggiù è piuttosto recente: ed ecco gli eventi che l'hanno
originata. In una delle loro grandi "comunità" viveva
beatamente un essere ordinario che esercitava la professione di "scrittore".
A questo proposito, devi sapere che nel tempo antico era possibile a volte
imbattersi in scrittori capaci di inventare e di scrivere alcune cose
da soli; ma gli scrittori degli ultimi secoli, in particolare i contemporanei,
non fanno altro che trascrivere frasi di tutti tipi, scelte preferibilmente
nei libri più antichi, per combinarle fra loro e comporre "nuovi"
libri. È opportuno osservare che oggi i libri così composti
da quegli scrittori hanno finito per dare alla ragione di tutti gli esseri
tricelebrali di laggiù la leggerezza dell'etere. Dunque, figliolo:
lo scrittore contemporaneo di cui chi stavo parlando era uno "scrittore"
come tutti gli altri scrittori di laggiù senza nulla di straordinario.
Un giorno, appena terminato un libro, egli cominciò chiedersi che
cosa avrebbe potuto scrivere ulteriormente, e a questo fine decise di
cercar qualche nuova "idea" nelle opere che riempivano la sua
biblioteca. Naturalmente ogni scrittore che si rispetti si ritiene obbligato
ad averne una. Ebbene, durante le sue ricerche gli capitò fra le
mani un libro intitolato "Vangelo". Laggiù, si chiama
"Vangelo" un libro scritto anticamente da alcuni esseri, detti
Matteo, Marco, Luca e Giovanni, su Gesù Cristo, Messaggero di nostra
Eternità su quel pianeta. Questo è un libro molto diffuso
fra gli esseri tricelebrali di laggiù che seguono, se così
si può dire, i precetti di quel Messaggero. Ebbene, al nostro scrittore,
quando per caso s'imbatté in questo libro, balenò un'idea:
"Perché non potrei comporre un "Vangelo" anche io?".
Alcune ricerche da me personalmente condotte a tutt'altri fini mi dimostrarono
che il suo ragionamento si era svolto così: "Sono forse inferiore
a quei barbari primitivi, Giovanni, Marco, Matteo o Luca? Non sono forse
molto più civilizzato di loro? Potrei scrivere per i miei contemporanei
un "Vangelo" molto migliore. Anzi, mi sembra proprio indispensabile
scrivere un "Vangelo": gli inglesi e gli americani oggi hanno
un debole per quel libro, e i loro dollari e le loro sterline sono abbastanza
ben quotati in borsa".
Pensare e fare fu tutt'uno. A partire da quel giorno, egli si diede a
elecubrare il suo nuovo "Vangelo". Ma non appena l'ebbe finito e pubblicato
cominciarono per lui ogni sorta di peripezie. Forse in altri tempi le
cose si sarebbero svolte diversamente, e questo nuovo "Vangelo" avrebbe
semplicemente trovato il suo posto nelle collezioni di bibliomani di laggiù,
in mezzo a molti altri libri in cui si esprimono analoghe "verità". Ma,
per buona o cattiva sorte di quello scrittore, alcuni esseri "detentori
di potere" nella grande comunità in cui egli viveva furono colpiti dalla
sfortuna mentre giocavano alla "roulette" o al "baccara" nelle stazioni
termali straniere che frequentavano, e furono quindi costretti a esigere
sempre più denaro dagli essere ordinari delle loro comunità. Questa volta
le loro richieste furono talmente esorbitanti che finirono per strappare
al "torpore" abituale anche gli esseri ordinari i quali si "ribellarono".
Avendo assistito a tutti questi avvenimenti, gli esseri "detentori di
potere" rimasti in patria si allarmarono e presero alcune contromisure.
Fra queste misure era compresa la distruzione immediata e totale di tutte
le pubblicazioni recenti che potessero impedire agli essere ordinari di
ripiombare nel loro torpore. In questo preciso momento entra in scena
il "Vangelo" dello scrittore di cui parlavamo. Gli esseri "detentori di
potere" trovarono nel testo del nuovo "Vangelo" alcune cose che, secondo
il loro giudizio, avrebbero senz'altro "impedito agli esseri ordinari
di ripiombare nel loro torpore", e furono lì lì per decidere che lo scrittore
e il suo "Vangelo" dovessero scomparire immediatamente: a quel tempo erano
infatti diventati maestri nell'arte di sbarazzare le loro patrie da qualsiasi
"arrivista" che ficcasse il naso in faccende che non lo riguardavano.
Ma dopo averci pensato bene, si convinsero che non era possibile liberarsi
così facilmente di quello scrittore: erano perciò assai turbati, e non
smettevano di interrogarsi e discutere fra loro su che cosa convenisse
fare. Gli uni proponevano di rinchiuderlo semplicemente in uno di quei
luoghi dove pullulano le "cimici" e "topi"; gli altri, di mandarlo "là
dove Makar non ha mai portato il suo vitello"; e così via. Ma alla fine
decisero di colpire lo scrittore e il suo famoso "Vangelo" pubblicamente,
secondo tutte le regole e in pompa magna, con "l'anatema" che avrebbe
senz'altro colpito anche te se avessero saputo in che modo li ha insultati.
Ora osserva, figliolo, come si manifestò per l'occasione una stranezza
dello psichismo degli attuali esseri tricelebrali di quell'originale pianeta:
il fatto che avessero colpito di "anatema" lo scrittore e il suo "Vangelo"
fu per lui, come avrebbe detto il venerabile Mullah Nasse Eddin, "una
vera pacchia". Le cose andarono così. Quando gli esseri ordinari di quella
comunità videro che i "detentori di potere" prestavano una tanta attenzione
a quello scrittore, cominciarono a mostrare per lui il più vivo interesse,
e si buttarono a leggere avidamente non solo il suo nuovo "Vangelo" ma
anche tutti i suoi scritti precedenti. E ben presto, com'è tipico degli
esseri tricelebrali che popolano quell'originale pianeta dimenticarono
qualsiasi altra attività per occuparsi soltanto di lui. Ma come sempre
accade laggiù, non appena gli uni l'ebbero coperto di lodi, gli altri
si misero a denigrarlo, e tutte le discussioni non fecero che aumentare
il numero di chi s'interessava lui non solo in quella comunità ma anche
nelle altre. E ciò perché i "detentori di potere", continuando uno dopo
l'altro a recarsi con le tasche piene di quattrini nei paesi in cui si
praticavano la "roulette" e "baccara", discutevano incessantemente dello
scrittore e finivano per contaminare anche gli esseri delle altre comunità.
Insomma a causa del loro strano psichismo, benché da un pezzo nessuno
legga più quel "Vangelo", il suo autore è conosciuto ovunque come un grande
scrittore; e adesso di qualunque argomento si occupi, tutti si buttano
sui suoi lavori che considerano come messaggi di verità indiscutibili.
Oggi chiunque accoglie i suoi scritti con la stessa venerazione con cui
gli antichi Kalkiani ascoltavano le profezie delle loro sacre "pitonesse".
È opportuno osservare a questo punto che se qualcuno al giorno d'oggi
parla del nostro scrittore, non c'è persona un po' originale che non lo
conosca e non lo consideri come un essere straordinario. Ma si chiede
costoro che cosa abbia scritto, la maggioranza, sempre che decida di essere
sincera, confesserà di non aver letto neanche uno dei suoi lavori. Eppure
questo non li tratterrà dal parlarne e persino da sostenere con foga che
si tratta d'uno scrittore di prodigiosa intelligenza, dotato di una straordinaria
conoscenza dello psichismo degli esseri che abitano il pianeta Terra." |