"La vita deve essere vissuta. Perché non viverla nel modo più elevato?" Yogananda


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Tadagimudra (Tāḍāgīmudrā): gesto del piccolo lago. Si spinge indietro lo stomaco fino a fargli assumere la forma di una piccola vasca.

Tadatmya (Tādātmya): yoga dell’essenza. È il concetto essenziale che  sviluppa la consapevolezza del coincidere tra l’essere materiale e Braham. L’individualizzazione “passeggiera” del corpo non è il vero essere, ma l’essere completo è Tat, “Quello” ossia Braham.

Taijasa (Taijasa): igneo, pieno di luce. Viene definito con questo termine il principio onirico cosciente, la consapevolezza delle immagini, dei piaceri, delle sofferenze durante il sogno.

Taittiriyaupanisad (Taittirīyaupaniṣad): upasiṣad dei Taittirīya. Antico testo in cui l’insegnamento portante consiste nel principio che tutto e tutti sono cibo al servizio del perpetuarsi della vita. Vi si trova anche per la prima volta formulato il concetto dei cinque kośa o involucri di cui è formato l’organismo umano.

Tala (Tala): livello inferiore. Teorizzate nei Purāna, le Tala sono gli ambiti oscuri dell’esistenza nei mondi dove si sviluppano gli impulsi più indegni dell’essere umano 

Tamas (Tamas): nella dottrina del sāṃkhya è una delle tre qualità della materia, o guṇa. Alla sua predominanza si devono l’opacità dei corpi materiali, l’inerzia ed il torpore; nell’uomo causa del vizio, attaccamento, ignoranza e mancanza di potere.

Tanmatra (Tanmātra): śabda (suono), sparśa (contatto), rūpa (forma), rasa (gusto) e gandha (odore). Secondo la visione filosofica del Sāṃkhya vengono chiamati tanmātra cinque elementi sottili, non percepibili dai sensi, che formano la base del mondo grossolano. L’unione di due o più tanmātra va a generare gli elementi.

Tantra (Tantra):  termine derivato dalle radici tan espansione e tra liberazione. Può essere interpretato come una espansione e liberazione della coscienza. Ma tantra ha innumerevoli significati, tra cui produrre, distendere, regola, sistema, dottrina. Per tantra si intendono un insieme di pratiche e rituali atti al risveglio energetico dove viene posta fine a quella che secondo il tantra e la falsa dualità dell’essere. Il principio femminile, śakti imbrigliato alla base della colonna vertebrale, chiamato anche kuṇḍalini e rappresentato come un serpente addormentato, va innalzato fino al congiungimento col principio maschile, śiva, posto alla sommità del capo.

Tantrayoga (Tantrayoga): lo yoga tantrico è un insieme di pratiche in cui si fondono tecniche fisiche, energetiche e spirituali a formare un potente complesso atto al risveglio dell’Essere. Si supera l’illusorio limite dualistico del buono-cattivo, morale-amorale per favorire l’autorealizzazione. Nel tantrayoga “bene” è ciò che porta al risveglio energetico del praticante.

Tapas (Tapas): calore, ardore. Uno dei cinque niyama, le osservanze, presenti negli Yogasūtra di Patan͂jali. Indica la dedizione e la fermezza necessaria alla pratica dello YogaTapas è anche una tecnica ascetica praticata sullo Himālaya in cui si genera volontariamente un’ipertermia corporea che provoca lo scioglimento del ghiaccio attorno allo yogin.

Tarakabrahman (Tārakabrahman): l’Assoluto che permette il passaggio. E’ il Brahman che si manifesta come luce al centro delle sopracciglia. Chi focalizza in maniera perfetta la propria attenzione in questo punto percepisce lo Yoga, l’Unione.

Tarakamudra (Tārakamudrā): mudrā fondamentale nelle pratiche volte al conseguimento dello stato meditativo profondo descritto nella Haṭhayogapradīpikā. Si compie portando lo sguardo alla radice del naso, nel punto in mezzo alle sopracciglia dove si manifesta Tārakabrahman. Si può considerare del tutto simile alla śāmbhavīmudrā riportata dalla Gheraṇdasaṃhitā.

Tattva (Tāttva): realtà, verità, principio reale. Letteralmente la parola significa “quello” ed il suo genere è neutro. Nelle filosofie indiane indica un aspetto della realtà assoluta. All’interno del sāṃkhya si individuano 24 Tāttva, lo shivaismo ne indica 36 comprendenti i 24 precedenti, mentre le scuole janiste si basano su nove loro fondamentali principi chiamati anch’essi Tāttva.

Tattvavaisaradi (Tāttvavaiśāradī): commentario agli Yogasutra di Patañjali composto nel X secolo circa dal filoso Vācaspati Miśra.

 

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