"Meditazione non è sedersi a occhi chiusi. Vuol dire liberare la mente dalla nostra ossessione di sperimentare, acquisire, imparare qualcosa, permettendo così al silenzio di manifestarsi."


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Eduka (Edūka): costruzione fatta completamente o in parte da ossa, oppure circondata o ornata da ossa. Se ne possono trovare esempi nei burning ground, i campi di cremazione indù, all’interno dei quali vivono asceti tantrici. Vengono indicati con questo termini anche i reliquiari buddhisti.

Ekadashi (Ekādaśi): undicesimo giorno dalla fase di luna nuova (Ṥukla ekādaśi) e luna piena (Kṛṣṇa ekādaśi). Secondo lo yoga sono particolari giorni in cui il corpo e la mente sono pronti al digiuno e al  raccoglimento contemplativo; gli stessi, praticati in questi giorni speciali, sono maggiormente forieri di benefici.

Ekagrata (Ekāgratā): stato in cui si trova il sadaka che è riuscito a portare in un solo punto la propria concentrazione, senza disturbi, fluttuazioni mentali e distrazioni. Fase precedente allo stato di meditazione.

Ekapadasirsasana (Ekapādaśirṣāsana): postura yogica seduta in cui un piede viene portato dietro la nuca. Con questo nome può essere indicata anche una variante di śirṣāsana dove una gamba rimane verticale e l'altra scende con l'avampiede a terra dalla parte del viso.

Ekatatvabhyasa (Ekatatvābhyāsa): lo studio del singolo elemento concepito come il Supremo Spirito che pervade nel più profondo ogni essere.

Ekatva (Ekatva): singolarità, identità. Stato in cui non si percepisce più alcuna differenza tra il proprio sé e gli altri, tra il proprio sé ed il mondo, tra il proprio sé ed il Cosmo.


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