"Tutto quello che è qui è ovunque.Tutto quello che non è qui non è da nessuna parte."


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Chaitanya (Caitanya): coscienza. Contemplazione interiore di tipo tantrico, in cui il sādhaka utilizza mantrā,mūrti, la Devī o anche il guru per la propria meditazione.

Chaitanyapurusa (Caitanyapuruṣa): all’interno della filosofia Sāṃkhya indica l’insieme di tutte le singole anime che la Coscienza Universale riunisce in sé.

Chakra (Cakra): ruota, vortice, cerchio, centro energetico del corpo sottile. Nel corpo energetico, ogni incrocio di due o più nāḍī (canali in cui scorre l'energia pranica) viene chiamato cakra. Il più delle volte la parola cakra viene associata ai sette cakra principali, cioè i cakra formati dall'incrocio delle tre nāḍī più importanti lungo la colonna vertebrale; mūlādhārasvādiṣṭhanamaṇipūraanāhataviśhuddhaājñā esahasrāra. In realtà i cakra sono molto più numerosi in quanto la tradizione indica in diverse decine di migliaia (72.000) il numero delle nāḍī del corpo energetico. 

Chakrabandha (Cakrabandha): stato particolare in cui si trovano i centri energetici nel momento in cui tutti i Raja Cakra si trovano in una condizione sattvica. All’accadere del CakrabandhaKuṇḍalinī può risalire lungo Suṣumnā portando con sé la realizzazione.

Chakrasana (Cakrāsana): posizione della ruota. Yogāsana in cui il corpo assume una postura che ricorda una ruota o compie dei movimenti che la possano ricordare. Esistono molteplici varianti ed interpretazioni.

Chamatkara (Camatkāra): stupore. Il Camatkāra è ciò che è straordinario sul piano sensoriale. Attraverso lo “stupore” si manifesta ciò che è oltre i sensi, ciò che appartiene agli ambiti superiori della coscienza.

Chanchala (Cañcala): instabile. La mente, nello uomo che vive la sua ordinaria condizione è Cañcala, labile, incostante. Saltellante da un pensiero all’altro in una condizione di funzionamento fuori controllo, come una scimmia che salta da un ramo all’altro senza apparente motivo.

Chandra (Candra): luna. Nei suoi molteplici significati, fisici e mistici. Candra è vista come la parte femminile contrapposta/unita a Sūrya, il sole.

Chandrabedhana (Candrabedhana): respiro che fora la luna. Bedhana termine derivato dalla radice bhidche significa appunto trapassare, perforare, attraversare. Tecnica di prāṇāyāma in cui il respiro viene inalato dalla narice sinistra ed esalato dalla narice destra.

Chandrakala (Candrakalā): falce di luna crescente che orna la testa di Śiva.

Chandranadi (Candranāḍī): nāḍī lunare. Altro nome di iḍā nāḍī, canale del lato sinistro e/o femminile.

Chandogyaupanisad (Chāndogyaupaniṣad): fra le Upaniṣad più antiche, contiene uno degli insegnamenti più importanti a riguardo dell’identità dell’Essere sintetizzato nel celebre verso “mahāvākya Tat tvam asi”, tu sei Quello.

Cinmudra (Cinmudrā): gesto della riflessione. Seduti in una posizione comoda da meditazione, solitamente sukkasanapadmāsanaardha padāmasana o siddhāsana,  si appoggiano i polsi sulle ginocchia con i palmi delle mani rivolti verso il basso unendo pollice ed indice a formare un anello. Questo mudrā dà stabilità nella posizione.

Cintamani (Cintāmaṇi): nome mondano dell’autore della Haṭayogapradīpikā. Assunse il nome diSvātmārāma Yogīndra, maestro tra gli yogin.

Cit (Cit): coscienza, comprensione, percezione. Cit è coscienza oltre ogni implicazione intellettuale e morale. Si pone su un piano superiore, è ciò che permette la consapevolezza dell’esperienza sensoriale ma è aldilà sia dell’oggetto che dell’esperienza stessa. È la realtà immutabile su cui le varie illusorie identificazioni egoiche dell’io si cristallizzano. Può essere assimilato concettualmente ad ātman o al Testimone interiore.

Citra-Citrini (Citrā-Citriṇī): la seconda delle quattro sottili guaine interne che vanno a formare suṣumnā nāḍī.

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