"Ciò che è tuo niente e nessuno potrà mai togliertelo. Ciò che non è tuo niente e nessuno potrà mai dartelo."


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Babu (Babu): signore. Epiteto di ossequio e cortesia che si pone a seguito del nome di persone a cui si vuol portar rispetto.

Baddha (Baddha): legato, preso, incatenato. Si trova spesso come premessa ad un nome di un'asana e ne indica un particolare posizionamento degli arti che ne intensifica l'esecuzione.

Baddhakonasana (Baddhakoṇāsana): o posizione del ciabattino. Si resta seduti con i talloni che toccano il perineo e le gambe che si adagiano lateralmente a terra formando un angolo (koṇā) acuto. E' questa la comoda postura in cui lavorano i ciabattini indiani. Una delle posizioni, quando acquisita, consigliate per eseguire le tecniche di prāṇāyāma e meditazione.

Baddhapadmasana (Baddhapadmāsana): posizione del loto legato. Variante della posizione del loto dove, facendo passare le braccia dietro la schiena, vengono afferrati gli alluci.

Bahiranga (Bahiraṅga): membra esterne. Vengono così chiamati i primi cinque stadi dello yoga classico:yama, niyama, āsana, prāṇāyāma, pratyāhāra.

Bahirangasadhana (Bahiraṅgasādhana): pratica delle membra esterne. Attraverso Bahiraṅgasādhana viene a svilupparsi nell’adepto un certo fastidio e repulsione per la realtà puramente sensoriale e materiale. ConBahiraṅgasādhana si indica anche lo stesso svilupparsi di questa avversione che porta all’imbocco di un cammino di evoluzione spirituale.

Bahiratman (Bahirātman): essere esteriore. Può trovarsi definito con questa terminologia il corpo materiale, grossolano.

Bahiskrtadhauti (Bahiṣkṛtadhauti): una delle tecniche di purificazione interne (antardhauti) più avanzate, che se compiuta in maniera completa risulta accessibile solo a pochi iniziati, appartenente agli ṣaṭkarman, i sei atti che si compiono per rimuovere le impurità del corpo. Si deve inghiottire aria fino a riempire completamente lo stomaco e ritenerla per più di un’ora. L’aria in seguito viene espulsa attraverso l’intestino e dopo essersi immersi nell’acqua fino all’addome si estroflette il tratto finale dell’intestino (śaktināḍi) lavandolo accuratamente; dopodiché lo si ritrae nuovamente nell’addome.

Bahyakumbhaka (Bāhyakumbhaka): ritenzione del respiro a polmoni vuoti.

Bahyapuja (Bāhyapūjā): manifestazione esteriore della venerazione e fede in una divinità.

Bakasana (Bakāsana): posizione della gru o dell’airone.  Postura yogica di forza ed equilibrio sulle braccia. Da accovacciati, appoggiando le mani al suolo davanti a se, si portano le ginocchia vicino alle spalle e spostandosi leggermente in avanti si rimane col corpo sostenuto soltanto dalla braccia. Molte sono le varianti, dal portare le gambe lateralmente all’allungarle in avanti o all’indietro, che rendono la posizione più intensa. Benefica per polsi, spalle, braccia, addome e senso dell’equilibrio.

Bala (Bala): forza. Citata negli yogasūtra, la forza, assieme a bellezza, grazia e solidità è una delle eccellenze del corpo acquisibile attraverso la pratica dello yoga.

Balasiddhi (Balasiddhi): il potere della forza fisica. Attrverso il saṃyama, la più alta pratica di concenrazione yogica, è possibile acquisire le caratteristiche di forza dell’oggetto su cui si è portata la propria concentrazione.

Bali (Bali): offerta di fiori e frutti alla propria divinità d’elezione. Vista anche come dodicesima parte dellomantrayoga.

Banalinga (Bāṇaliṅga): Liṅga igneo. Bāṇa letteralmente significa freccia, ma per estensione anche saetta e fuoco provocato dal fulmine. Bāṇaliṅga e uno dei liṅgatraya, emblema di Śiva. È collegato ad anāhatacakra e nelle raffigurazioni tradizionali il liṅga fiammeggiante è inserito al centro dell'icona simboleggiante il nodo energetico, all’altezza del cuore.

Bandha (Bandha): legame, imprigionamento, cattura. Tecnica particolare dello haṭhayoga in cui viene contratta la muscolatura in ben definite parti del corpo. I Bandha possono essere eseguiti sia durante la pratica degli āsana, ma soprattutto durante il prāṇāyāma. Il controllo e la tenuta dei bandha permette all’adepto un efficace controllo pranico; si vanno a creare delle “barriere” attraverso cui il prāṇa non può defluire, restando così confinato per un tempo superiore in zone vitali dell’organismo e/o non concentrarsi in parti dove invece potrebbe creare problematiche. I tre bandha di fondamentale importanza sonomūlabandha, uḍḍīyānabandha jālandharabandha.

 

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